Il rustico leccese, con il suo sapore delizioso e la consistenza morbida eppure croccante, è un autentico piacere per il palato. Non solo: è uno dei maggiori rappresentanti della gastronomia del Salento, punta di diamante della cucina locale.
Quando parliamo di rustico salato leccese ci riferiamo a un disco di pasta sfoglia, farcito con besciamella, mozzarella e sugo di pomodoro. Nulla di meglio per fare un regalo alle papille gustative con una pietanza squisita e appetitosa! Una delle peculiarità che più colpiscono chi assaggia questa vivanda è il contrasto tra l’esterno e il ripieno filante, che si scioglie in bocca e fa innamorare al primo morso.
Non è difficile replicare la ricetta originale del rustico leccese, purché si selezionino esclusivamente ingredienti sani e naturali. Ma qual è la storia di questo magnifico esponente dello street food salentino? A quale periodo risale? Continuate a leggere per saperne di più: è sempre interessante raccogliere informazioni sui piatti tipici della tradizione!
Cenni storici sul rustico leccese
In realtà, ancora oggi non si sa con precisione quando nacque questo capolavoro culinario.
Di certo il rustico leccese non è antecedente al XVII secolo, poiché questa è la fase in cui fu inventata la pasta sfoglia. Quest’ultima, però, all’inizio veniva utilizzata per cibi poveri: invece sembra che l’alimento in oggetto sia frutto della fantasia di un nobile di Lecce.
Come risolvere il dilemma? Diversi esperti preferiscono collocare i primi rustici salati tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Del resto, è nel XVIII secolo che il pomodoro diventa una coltivazione comune e diffusa in tutta Europa! Un’opera importante in cui è citata tale pianta è lo scritto del 1809 di Nicolas Appert, cuoco parigino conosciuto soprattutto per aver ideato un metodo per la conversazione ermetica delle materie prime.
Alcuni studiosi si spingono più avanti, e arrivano a un’altra data che dobbiamo prendere in considerazione: il 1856, anno in cui Friederich Siemens brevettò il forno a gas. Il rustico salato leccese va infatti cotto in un forno regolabile, proprio come quelli alimentati a gas. È necessario che le temperature siano elevate e che il calore sia controllato, requisiti soddisfatti appieno da tali dispositivi.
In sintesi, non è facile individuare il momento specifico in cui il rustico leccese comparve sulle tavole del Salento. Possiamo fare delle ipotesi sull’arco temporale: la discussione prosegue ancora oggi, e coinvolge moltissimi professionisti della storia della gastronomia.
Coloro che sono impegnati nel dibattito concordano nell’affermare che il rustico salato di Lecce è un prodotto aristocratico, o al limite realizzato nell’ambito di una borghesia medio-alta. È raffinato nella sua genuinità, preparato con estrema cura, ed è comunque indice di una certa cultura. Non può essere ricollegato né alla cucina popolare, né all’opulenza del luxury food. È davvero unico nel suo genere, il che lo rende decisamente speciale!
Rustico leccese e varianti
Abbiamo detto che la ricetta classica del rustico salato leccese prevede:
- mozzarella
- besciamella
- salsa di pomodoro
Non bisogna fare altro che adagiare, su un dischetto di pasta sfoglia, un cucchiaino di sugo, uno di besciamella e un cubetto di mozzarella; il tutto va poi chiuso con un altro disco di pasta, e spennellato con un po’ di tuorlo d’uovo per la cottura in forno.
Vi sono anche rustici leccesi farciti soltanto con besciamella e pomodoro, o con pomodoro e mozzarella. L’obiettivo è venire incontro alle esigenze alimentari di chiunque, in quanto ad esempio non tutti apprezzano il sentore della besciamella.
Cambia anche la quantità di sale, o l’eventuale integrazione di un pizzico di pepe: se fatto in casa, il rustico salato è personalizzabile a seconda dei gusti di ciascuno. In ogni caso vi permetterà di lasciarvi trasportare dall’atmosfera del Salento, e vi risolleverà lo spirito con la sua eccezionale bontà.
Un piccolo accorgimento: togliete i rustici dal forno quando la loro superficie è leggermente dorata, dopo circa 25-30 minuti. Se l’esterno è troppo chiaro, allora probabilmente la pietanza non è ancora pronta.
Quando si mangia il rustico leccese?
La risposta a questa domanda è semplice: quando volete!
Per esempio, chi predilige la colazione salata lo accompagna al mattino con una bella tazza di caffè, per iniziare la giornata col piede giusto e con una dose elevata di energie. Questi rustici possono essere anche il vostro spuntino di mezzogiorno, e sono perfetti per un pranzo veloce prima di tornare al lavoro.
E perché non degustarli di sera, magari insieme a un’abbondante porzione di verdure di stagione? Tali vivande sono versatili e rappresentano un vero e proprio comfort food. Sono ideali per gli aperitivi, abbinati ad altri stuzzichini, e per i buffet delle feste.
Insomma, potete mangiare il vostro rustico in qualunque momento. Numerosi turisti lo scelgono come “piatto da passeggio” durante le loro vacanze a Lecce, e si lasciano conquistare dal suo sapore inconfondibile mentre camminano sul lungomare ammirando il paesaggio. Un’esperienza a 360 gradi che fa bene al palato, agli occhi e al morale.
Fate solo attenzione a consumare questo cibo finché è ancora caldo, senza farlo raffreddare. Questo è il modo migliore di godere del ripieno morbido e filante, cogliendone ogni minima sfumatura!