Le pittule sono un caposaldo della cucina salentina, in tutti i periodi dell’anno ma soprattutto a Natale. Sono tra le maggiori protagoniste delle tavole imbandite nel mese di dicembre: e il bello è che sono anche molto facili da preparare!
Il finger food del Salento è pieno di squisitezze, e le pittule non fanno di certo eccezione. Queste frittelle piacciono a tutti, adulti e bambini, e si ottengono da ingredienti semplici e genuini come la farina e l’olio extravergine di oliva.
Le pittule fanno un figurone nei buffet, che siano natalizi o meno. Sono un must come spuntino goloso, e anche negli antipasti insieme ad arancini, crocchè, rustici salati leccesi e altri alimenti tipici.
Volete sapere come si fanno in casa le pittule? Siete nel posto giusto, poiché vi spiegheremo tutto quello che bisogna conoscere in merito. In alternativa, se non avete tempo, potete sempre comprarle online in shop come il nostro.
Buone, fragranti, leggere nonostante la frittura, stuzzicanti e ricavate dalle materie prime più autentiche: queste sono le pittule salentine. Potete inserirle nei vostri aperitivi o accompagnarle con un calice di vino, rosso oppure bianco. L’importante è mangiare le pittule mentre sono ancora calde.
Un po’ di curiosità sulle pittule
Prima di illustrarvi il procedimento per le pittule homemade, che ne dite di un po’ di storia e di curiosità?
Come già abbiamo evidenziato, queste prelibatezze sono legate alla tradizione del Natale: per la precisione alla figura di Santa Cecilia, che in zone come Taranto segna l’inizio dell’avvento e della fase natalizia. Ovunque, in Puglia, si realizzano le pittule per la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre, e in generale per tutte quelle occasioni in cui ci si riunisce con la famiglia e con gli amici per celebrare il Natale.
Ci sono varie vicende connesse all’origine delle pittule. Una delle più accreditate riguarda la donna di Taranto che, distratta dal canto dei pastori, lasciò lievitare troppo l’impasto per il pane: lo divise in palline per non sprecarlo, e così nacquero le pittule. Ciò accadeva proprio nel giorno di Santa Cecilia.
Secondo un’altra versione, l’attenzione della donna che inventò le pittule non fu attratta dai pastori, bensì da San Francesco d’Assisi. Come potete notare, ci sono più racconti che vertono tutti intorno alla stessa persona.
Perché il nome “pittula”? In latino, pitta si traduce come “focaccia”; in alcuni dialetti locali della Puglia, pettel significa “piccola focaccia”. Infatti le pittule sono soffici e profumate proprio come le focacce!
Gli ingredienti delle pittule
Con il passare del tempo, le pittule sono diventate sempre più conosciute e si sono affermate come regine degli antipasti del Salento, insieme ai rustici salati, alle polpette di melenzane e ad altri cibi caratteristici.
Vediamo, a questo punto, quali sono gli ingredienti per la preparazione delle pittule:
- 500 g di farina;
- 500 ml di acqua;
- un cucchiaino di olio extravergine di oliva;
- ½ lievito di birra;
- sale quanto basta;
- olio di semi di girasole quanto basta (per la frittura delle pittule).
Una chicca per quanto riguarda la farina: la cosa migliore è unire 400 g di farina 0 con 100 g di farina di semola. Con questo stratagemma, l’impasto finale sarà praticamente perfetto. Inoltre, eventualmente le pittule salentine possono essere personalizzate con olive e capperi, pomodorini, cime di rapa e tutto ciò che desiderate.
Come si fanno le pittule salentine
Il procedimento per fare in casa le pittule include i seguenti step:
- mescolate la farina con il lievito di birra sciolto nell’acqua, aggiungendolo pian piano e amalgamando con le mani;
- integrate il sale e l’olio evo, e lavorate il composto fino a ottenere un panetto liscio e senza grumi;
- in una ciotola, lasciate lievitare l’impasto per 3 ore nel forno con luce accesa;
- trascorso questo lasso di tempo, dividete il panetto in tante palline (con l’aiuto di un cucchiaio bagnato con acqua).
Completata questa fase, non dovrete fare altro che friggere le vostre pittule. Riempite una padella grande con olio di semi di girasole, e attendete fino a quando non è del tutto riscaldato. Come rendersene conto? Con la famosa “prova stecchino”, ossia immergendo uno stuzzicadenti nell’olio. La temperatura è giusta se si formano delle bollicine.
Mettete le palline nell’olio bollente, con delicatezza, e attendete che la loro superficie si faccia dorata. Devono poi essere scolate, tamponate con un foglio di carta assorbente da cucina e cosparse con un pizzico di sale. Mangiatele il prima possibile, perché – lo ribadiamo – le pittule vanno degustate calde!
Pittule senza glutine, personalizzate e dolci
Questa che vi abbiamo appena descritto è la ricetta base delle pittule salentine. Se soffrite di celiachia, potreste preparare delle ottime pittule senza glutine: l’unico ingrediente da cambiare è la farina, che per l’appunto deve essere priva di glutine. Andranno bene le farine di:
- grano saraceno;
- riso;
- mais;
- miglio;
In più, le pittule possono essere arricchite con pomodorini sminuzzati, olive e così via. Questi elementi vanno semplicemente aggiunti al composto principale prima della lievitazione.
Lo sapevate che esistono le pittule dolci? Anche queste sono un evergreen per le tavolate di Natale. In tal caso la quantità di sale è ridotta al minimo, e un ingrediente da integrare è ovviamente lo zucchero (circa 200 g).
Assaporate le pittule salentine dolci così come sono, o valorizzatele con miele, cioccolato fuso, zucchero a velo, marmellate, confetture.
Le pittule sono uno dei cibi più celebri della tradizione del Salento. Una tradizione che noi amiamo da anni!