Se siete amanti della buona cucina, di certo avrete sentito parlare del rustico leccese e di quello napoletano. Entrambe le pietanze sono simboli della propria cultura di appartenenza; entrambe evocano terre soleggiate, dai colori vivaci, lambite dal mare e brulicanti di vita.

Questi due grandi classici della gastronomia del nostro paese sono emblemi dello street food, ottimi da assaggiare durante una passeggiata alla scoperta delle bellezze della Puglia o della Campania. La loro forma compatta li rende semplici da mangiare anche mentre si cammina, e si sposa con un ripieno fragrante e profumato!

Il rustico napoletano e il rustico salentino hanno delle caratteristiche in comune – ad esempio sono salati, e costituiscono delle monoporzioni per le loro piccole dimensioni. Tuttavia sono tante anche le peculiarità che li distinguono: è vero che hanno un nome molto simile, ma è vero anche che gli ingredienti, o almeno la maggioranza di essi, sono del tutto diversi.

Desiderate saperne di più? Siete curiosi in merito alle differenze tra il rustico di Napoli e quello di Lecce? Nelle prossime righe vi spiegheremo tutto ciò che bisogna conoscere al riguardo. Del resto, è sempre interessante informarsi sui cibi prima di deliziare il palato con il loro sapore!

La farcitura del rustico napoletano e del rustico leccese

Un primo aspetto su cui dobbiamo soffermarci è la farcitura dei due rustici. Da questo punto di vista si tratta di ricette completamente divergenti: in ogni caso, il risultato è squisito e appetitoso.

Vediamo innanzitutto quali sono le componenti del ripieno del rustico del Salento:

  • mozzarella tagliata a cubetti;
  • besciamella;
  • passata di pomodoro.

Pochi elementi, tre in tutto, in grado di dar vita a un prodotto unico. La consistenza morbida della mozzarella si abbina alla perfezione alla cremosità del sugo di pomodoro e della besciamella, creando un magnifico contrasto con la pasta sfoglia all’esterno.

E che dire del rustico napoletano? All’interno troverete:

  • ricotta;
  • salame;
  • uova;
  • un mix di pecorino e parmigiano.

Come potete notare, non stiamo affatto parlando della stessa vivanda!

Tra l’altro, tenete presente che di solito il rustico napoletano è più soggetto a variazioni rispetto a quello leccese. Alcuni aggiungono qualche pezzetto di prosciutto cotto per addolcire vagamente il gusto; altri preferiscono un po’ di pancetta. Le possibilità sono numerose.

In entrambe le situazioni, se vi piace integrate un pizzico di pepe per accentuare l’aroma speziato dell’insieme. L’ideale sarebbe provare i rustici in questione a breve distanza l’uno dall’altro, per coglierne appieno tutte le sfumature ed essere catapultati in due tradizioni culinarie che a volte sembrano somiglianti, altre volte totalmente opposte. È praticamente impossibile decidere quale rustico sia più buono!

Pasta sfoglia vs pasta frolla

Un’altra precisazione: la ricetta del rustico leccese prevede la pasta sfoglia, quella del rustico napoletano invece la pasta frolla.

La prima è più croccante, la seconda più soffice. Sia la sfoglia sia la frolla si ricavano da farina e burro; la pasta frolla, però, necessita anche dei tuorli d’uovo e dello zucchero. Infatti una delle caratteristiche fondamentali del rustico di Napoli è proprio il connubio di dolce e salato.

Mettiamo un po’ di ordine in tutti questi dati. Ecco gli ingredienti della pasta sfoglia del rustico salentino:

  • farina;
  • burro;
  • acqua;
  • sale quanto basta.

Ed ecco quelli della pasta frolla del rustico napoletano:

  • farina;
  • burro;
  • zucchero;
  • tuorli d’uovo;
  • una scorza di limone grattugiata;
  • una bustina di vanillina o un baccello di vaniglia.

pasta frolla

Quest’ultimo elenco potrebbe quasi rimandare a un dessert, se non sapessimo che si riferisce a un alimento salato. Il procedimento successivo è comunque abbastanza simile: bisogna amalgamare le materie prime fino a formare un panetto compatto, avvolgerlo in una pellicola trasparente e riporlo in frigo per un’oretta.

Trascorso questo lasso di tempo, la pasta frolla va soltanto stesa su un ripiano pulito e usata per rivestire degli appositi stampini. La sfoglia, al contrario, va unita ad altro burro fatto raffreddare in precedenza in frigorifero. Diciamo che in linea di massima la preparazione della pasta sfoglia è un po’ più laboriosa, ed è consigliata a coloro che hanno più ore a disposizione!

È possibile velocizzare le operazioni usando elettrodomestici come il bimby, oppure acquistando la pasta sfoglia o frolla già pronta al supermercato. Certo, impastare a mano la farina è tutta un’altra cosa!

La forma dei rustici

Continuiamo con il nostro discorso sulle differenze tra il rustico salentino e il rustico napoletano.

Essi hanno forme diverse, rispettivamente tonda e ovale. A dir la verità, il rustico di Napoli ha un aspetto che ricorda più quello del pasticciotto leccese, altro tesoro della gastronomia pugliese (che, tuttavia, è una pietanza dolce).

pasticciotto leccese

Inoltre, il rustico del capoluogo della Campania non è offerto solo come monoporzione ma anche come torta salata. Anzi, forse questa è la versione più diffusa in occasioni come i pranzi domenicali in famiglia e le feste (Pasqua, Carnevale ecc).

Il rustico napoletano ovale è più un cibo da passeggio, da assaporare mentre si cammina tra le strade o sul lungomare. Lo stesso vale per il rustico leccese, fiore all’occhiello del territorio per la genuinità degli ingredienti e la bontà del gusto. Durante una vacanza in questi luoghi un assaggio è d’obbligo, per immergersi in un’atmosfera fatta di sole, luce, colori brillanti.